Questo sanciscono la Raccolta R e la Circolare INAIL AOO-09/0001448/2011.
Quello che però non è precistato è come debba essere raggiunto questo obiettivo.
Innanzitutto riportiamo integralmente i commi 2.6 e 2.7 del Cap. R.3.B della Raccolta 2009 che si riferiscono a questo specifico argomento.
2.6 La tubazione di scarico della valvola di sicurezza deve essere attuata in modo da non impedire la regolare funzionalità delle valvole e da non arrecare danno alle persone; lo scarico deve sboccare nelle immediate vicinanze della valvola di sicurezza ed essere accessibile e visibile.
2.7 Il diametro della tubazione di scarico non deve comunque essere inferiore a quello del raccordo di uscita della valvola di sicurezza. Quale diametro del raccordo di uscita va inteso il diametro interno minimo sull'uscita della valvola a monte dell'eventuale filettatura interna oppure il diametro interno dell'eventuale tubo di scarico montato in sede di prova di qualifica della valvola.
Da questi emergono chiaramente (sono stati opportunamente sottolineati) 6 vincoli (e non soltanto quello di evitare danni alle persone) cui deve necessariamente sottostare una corretta installazione.
Intanto non deve essere dimenticato che lo scarico deve essere visibile (si deve poter vedere l'acqua calda che eventualmente schizza dalla valvola), dev'essere convogliato in un'idonea tubazione di scarico di diamentro non inferiore a quello del foro di scarico della valvola (all'uopo si può utilizzare quello che in gergo viene spesso definito come "bicchiere" o "imbuto") e la tubazione stessa dev'essere posizionata in modo da ridurre al minimo il rischio che venga proiettata acqua bollente su parti sensibili degli operatori autorizzati in servizio nel locale caldaie, e, tantomeno, su utenti dell'impianto o estranei che si trovano all'esterno.
Dalle ultime due considerazioni ne consegue che certamente la tubazione di scarico non potrà essere lasciata scaricare "a vista" all'esterno del locale (si pensi ai bambini di una scuola che transitano all'esterno del locale caldaie), ma nemmeno in condizioni tali da poter nuocere alla salute degli operatori autorizzati all'interno del locale (evitando, nelle peggiori delle ipotesi, docce di acqua bollente dall'alto o schizzi sugli occhi in posizione frontale).
Pertanto sono accettabili due condizioni minime di sicurezza:
1) Convogliamento all'esterno del locale: la tubazione può essere convogliata all'esterno del locale purché l'estremo finale della stessa termini in un pozzetto (fognario, cieco, o di altro tipo) in modo da evitare qualunque rischio di contatto con esseri umani prima del raffreddamento dell'acqua.
2) Convogliamento all'interno del locale: la tubazione può sfogare l'acqua di scarico direttamente all'interno del locale purché cio avvenga in aree vicino al muro (a cui potrà essere fissata in maniera stabile e sicuro) o comunque non di frequente passaggio per gli operatori autorizzati e con uno "sbocco" da terra non maggiore di circa 20 cm.